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al testo di Adielle
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Rapisci con calma canto fuori onda portata massima del mio assillo foglia che sceglie il suo giaciglio nell'aria rosa che addomestica le spine prova tregua sulle mie labbra indicibile conforto la tua voce che s'avvera nei paraggi dell'ascolto, furtivo, nelle tregue della sera.
Alzo il volume a pie' di pagina metto un segno per tornare sui tuoi passi quando farà buio avere il coraggio di pregarti ancora di cambiare il colore a quell'alba che vedemmo schiena contro schiena incipriarci il volto in cima al prossimo mattino.
Di vena in vena la mappa delle vertebre indica il cammino alle dita meno sveglie: sogni d'oro amore mio chiedo perdono per non essere stato tuo che per il tempo breve di un guaito ma t'appartengo tutte le volte che scrivi per questo leggo sempre meno devo mantenere spazi in cui naufragare i miei pensieri coprire le distanze con mantelli che rendano invisibili scendere a valle a cogliere gigli evitando di farmi di tutte le droghe possibili.
Prima o poi mi sparerai alle spalle mentre penzolo dalla clavicola ossuta della montagna allora potrò dire di aver perso con cognizione di causa il senso di una vita.
La cosa straordinaria è la voglia di fidarsi del vento che hanno gli acrobati all'aperto. Camminare sul filo votati al vuoto.
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